Ecco un'altra ricetta preparata, sperimentata e decisamente divorata, durante il soggiorno pugliese. I calzoncelli dolci ai ceci con tantissimi altri ingredienti, uno più genuino e buono dell'altro. Dal vino cotto di fichi alle mandorle, per non parlare del cioccolato e del caffè. Tutti ingredienti che messi insieme formano un mix sicuramente calorico ma dal sapore deciso.
Non fatevi scoraggiare dalla presenza dei ceci, sono una parte fondamentale di questa ricetta ma non ne sentirete il gusto. Si preparano in Puglia durante il periodo di Natale, ma sono sicura che altre ricette simili si possono trovare nella vicina Basilicata, piuttosto che in Molise on in Abruzzo.
Nonostante il ripieno sostanzioso e la frittura, questi calzoncelli restano comunque digeribili e leggeri, a meno che non ne mangiate come le ciliegie!
Non fatevi scoraggiare dalla presenza dei ceci, sono una parte fondamentale di questa ricetta ma non ne sentirete il gusto. Si preparano in Puglia durante il periodo di Natale, ma sono sicura che altre ricette simili si possono trovare nella vicina Basilicata, piuttosto che in Molise on in Abruzzo.
Nonostante il ripieno sostanzioso e la frittura, questi calzoncelli restano comunque digeribili e leggeri, a meno che non ne mangiate come le ciliegie!
Ingredienti per la sfoglia per circa 50 calzoncelliIngredienti per il ripieno
- 500gr di farina bianca
- 1 uovo intero
- 3 cucchiai di zucchero
- 3 cucchiai olio d'oliva
- vino bianco secco quanto basta
- 500gr di ceci lessi frullati
- 250gr di marmellata di ciliegie
- 100gr di cioccolato fondente
- 3 cucchiai di liquore al mandarino o rum
- la scorza grattugiata di 2 arance
- 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
- 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
- 2 cucchiai di miele
- 500ml di vino cotto di fichi
- 500gr di mandorle grattugiate
- 300gr di zucchero
- 2 bustine di vanillina
- 18 tazzine di caffè
- 75gr di cacao amaro
Preparare il ripieno mescolando tutti gli ingredienti. Versateli in una padella capiente e cuocete, sempre mescolando, fino a quando tutto il composto non si è compattato. Fate raffreddare completamente. Preparate la sfoglia mescolando la farina con l'uovo intero, lo zucchero, l'olio ed impastate utilizzando vino bianco secco fino a che non avrete ottenuto una pasta compatta ed omogenea. Stendete la sfoglia con la macchina per la pasta, posizionandola al numero 4. Riempite la sfoglia con un po' di ripieno, ripiegatela su se stessa e ritagliate a forma di mezzaluna utilizzando un taglia biscotti o un taglia pasta rigato. Friggete i calzoncelli in olio di semi per qualche istante da entrambe i lati fino a quando non saranno dorati. Scolateli su un piatto con un tovagliolo di carta. Fateli raffreddare completamente prima di spolverizzare con zucchero a velo. Conservate in scatole di alluminio.
Sognando: sognare di fare la calza indica successo in amore; sognare una calza colorata indica speranze irragionevoli; sognare una calza di lana indica amori difficili; sognare una calza vecchia indica maldicenze sul nostro conto; sognare di infilarsi una calza indica aiuto che vi sarà concesso; sognare di comprare una calza indica amore corrisposto; sognare calze nuove indica idee inattuabili; sognare calze rotte indica indifferenza in amore.
Parolando: Il termine calza proviene da "calcea" una forma del latino tardo settentrionale, derivata dal latino classico "calceus" - scarpetta di cuoio fine che si indossava nelle case oppure nella commedia teatrale - che a sua volta sembra derivare da "calx", tallone. L'uso delle calze è molto datato nel tempo. Si trovano tracce di calze fatte a maglia già nell'antichissima civiltà egizia. I Romani erano soliti coprirsi le gambe con semplici fasce di lana e di tela. Nell'antica Grecia si usavano i calzari, che avevano per lo più la funzione di proteggere il piede. Il primo esempio di calzamaglia sottile ed aderente lo troviamo nel periodo medievale. Furono gli uomini ad indossarla, almeno fino al 1700, quando fu soppiantata dai "calzoni". Tra il 1300 e il 1400 si diffuse l'abitudine - da parte delle donne - di utilizzare le calze sotto i vestiti ma solo nel 1589, in Inghilterra, fu costruito il macchinario adatto per produrre le calze in quantità "industriale".
Parolando: Il termine calza proviene da "calcea" una forma del latino tardo settentrionale, derivata dal latino classico "calceus" - scarpetta di cuoio fine che si indossava nelle case oppure nella commedia teatrale - che a sua volta sembra derivare da "calx", tallone. L'uso delle calze è molto datato nel tempo. Si trovano tracce di calze fatte a maglia già nell'antichissima civiltà egizia. I Romani erano soliti coprirsi le gambe con semplici fasce di lana e di tela. Nell'antica Grecia si usavano i calzari, che avevano per lo più la funzione di proteggere il piede. Il primo esempio di calzamaglia sottile ed aderente lo troviamo nel periodo medievale. Furono gli uomini ad indossarla, almeno fino al 1700, quando fu soppiantata dai "calzoni". Tra il 1300 e il 1400 si diffuse l'abitudine - da parte delle donne - di utilizzare le calze sotto i vestiti ma solo nel 1589, in Inghilterra, fu costruito il macchinario adatto per produrre le calze in quantità "industriale".
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English please
Sweet calzoncelli with chickpea
English please
Sweet calzoncelli with chickpea
Ingredients for the dough, for about 50 calzoncelli
- 500gr white flour
- 1 egg
- 3 Tbsp sugar
- 3 Tbsp olive oil
- white dry wine
Ingredients for the filling
- 500gr chickpea puree
- 250gr cherry jam
- 100gr dark chocolate
- 3 Tbsp mandarin liqueur or rum
- 2 grated orange zest
- half tsp cinnamon powder
- half tsp cloves powder
- 2 Tbsp honey
- 500ml vino cotto
- 500gr grated almonds
- 300gr sugar
- 1tsp vanilla extract
- 18 coffee cups
- 75gr unsweetened cocoa powder
Prepare the filling by mixing all the ingredients. Put the in a big saucepan and cook, always mixing, until all the ingredients come together in a compact mixture. Let cool down completely. Prepare the dough by mixing the flour, egg, sugar and olive oil together. Add enough dry white wine until a smooth dough is formed. Cut the dough into small pieces and begin running them through the number 4 setting of your pasta machine. Fill the layers of pasta with a bit of filling, close down and cut with a biscuit or pasta cutter. Fry the calzoncelli in a pan with frying oil, both sides until golden. Dry them well on a plate with some kitchen paper. Sprinkle with icing sugar before serving and store in aluminium boxes.
E' il mio dolce di Natale preferito!In Abruzzo (nella provincia di Teramo) si chiamano calcionetti e il ripieno è fatto di castagne.
ReplyDeleteAnto
nooo mai sentiti!!! adoro i ceci e quindi me la segno :) tra l'altro mi fa impazzire come si dice ceci in francese: pois chiches!! è o no una parola splendida?
ReplyDeletebellissime foto!!
Marò...i canzolcelli...sono buonissimiiiiiiii
ReplyDeleteCiao! ma come? i ceci in un dolcino?? questa poi...
ReplyDeletedavvero particolarissimo il ripieno di questi calzoncelli, ricco ed originale!
complimenti!
baci baci
ahh io sono sicura che i ceci ci stiano benissimo eccome!
ReplyDeleteperchè questi legumi, come d'altro canto anche i fagioli, usati in preparazioni dolci ricordano il sapore e la consistenza delle castagne.
però lo sai che pur essendo pugliese non li avevo mai visti con questo ripieno?
vederli a quest'ora è una sofferenza :)
ReplyDeletee si si...si fanno anche da me in molise!!!!! ma da me...solo con ceci, cannella, zucchero e non mi ricordo più cos'altro....poche altre spezie comunque!!
ReplyDeleteCon il mosto cotto (e tutti gli altri ingredienti esclusi i ceci) invece abbiamo un'altra ricetta favolosa ( non fritta ma al forno) che si prepara per i matrimoni.... "ciell" (non saprei tradurlo!!!) in dialetto molisano! che bello riscoprire le origini della nostra cucina tradizionale..
Ah il vin cotto..ne ho coprato di du tipi in Puglia e lo ritengo un elisir!
ReplyDeleteQuesto dolce è favoloso a dir poco!
bacione
Ma che buoni!!!! Devo provarli! Grazie e complimenti per le foto. Paola
ReplyDeletenon li ho mai mangiatima hanno un aspetto davvero delizioso...mi segno al volo la ricetta!
ReplyDeleteun bacione
fra
che me ne pare? che sono una meraviglia!
ReplyDeletecomplimenti, fai sempre delle ricette meravigliose!!!
che bonta!!!!!!!!! saranno 15 anni che non li mangio, ti ringrazio per la ricetta, ma se non sbaglio si possono preparare, anche con la purea di castagne!!!
ReplyDeleteDi la verità, questa ricetta l'hai presa da "Le mille e una notte"? Un elenco di fantastici ingredienti da far invidia alla cucina di un sultano, spettacolare!
ReplyDeleteSo già che non li farò mai ma gli occhi hanno già avuto la loro parte :))
Devono essere magnifici : ho spesso visto questa ricetta, ma non l'ho mai provata (anche perchè il vino cotto di fichi ... è un pò fuori dalla mia portata). Ma mi piace ... molto ..
ReplyDeleteI miei preferitiiiiiii! Fin da bambina! L'anno scorso a Minervino ne ho fatto incetta! Che bontà! Ma quando arriva Natale?! Non vedo l'ora di papparmeli di nuovo! :)
ReplyDelete"Cavicionetti" in Abruzzo, Chieti ;)
ReplyDeleteBuonissimi! Li adoro. In Calabria si chiamano hijauna e sono tipicamente natalizi!
ReplyDeleteNon piacciono a tutti per via del ripieno, io invece dico che bisogna provarli, assaggiarli e poi giudicarli :D
Grazie per averci ricordato questa bontà.
My mother-in-law, who was from Abruzzo, used to make these. You've reminded me that I want to make these. But what are those 18 coffee cups you have in the recipe?
ReplyDeleteSe per caso, non parli l'inglese, volevo sapere, cosa vuol dire 18 tazzine di caffe? Vuol dire veramente 18 tazzine di caffe?
O mamma, mi sono aumentate le maniglie sui fianchi solo a leggere la lista degli ingredienti, comunque sontuosi è il minimo per descriverli.
ReplyDeleteMa le mani fotografate sono quelle di mamma o di zia Cenzina?
Mi sembra di vedere le "cassatelle" siciliane. Infatti come forma e procedimento sono uguali solo che il ripieno della versione siciliana è di ricotta, zucchero, cannella, buccia di limone oppure scaglie di cioccolato. Non ho mai provato a farle, perchè non verrebbero mai così buone come le fa la mia mamma. Brava, è bello riproporre le ricette di casa nostra e delle nostre origini!
ReplyDeleteWOW,
ReplyDeletethey look delicious!
Il ripieno con i ceci è davvero molto stimolante. È da un po' che sto pensando di utilizzare i legumi nei dessert, oltre alla classica pasta di azuki dolce giapponese. Molto interessante anche la sequenza fotografica, che maestria nel prepararli!
ReplyDeletemarcoDe
ReplyDeletele mani sono quelle di mamma, la sfoglia è quella di zia, lo stomaco e le immagini mie! :)
ciao chow linda
18 tazzine per semplificare, o se preferisci 3 caffettiere da 6 tazze :)
calzoncelli per tutti! ^__^
Scusami Francy se mi permetto ma hai dimenticato di menzionare la padella usata per friggere, ovvero la sartascina.
ReplyDeleteStupenda!!!
Puoi friggere in qualsiasi pentola creata sulla terra ma il sapore che lascia alla frittura la sartascina non ha uguali.
Un abbraccio
Gabry
mani sagge che sanno saggiamente fare miracoli, deve essere di un buono!
ReplyDeleteQuesto impasto delizioso si usa anche a natale per le cartellate un dolce tipico del mio paese:-)
ReplyDeletebellissime le foto!
A presto
I hope you dont mind me writing in english but my italian is pretty much non-existant... Anyway, just wanted to let you know that this is amazing. I had never seen the combination of chickpeas with anything sweet! It really is a gem!
ReplyDeletenella versione cremonese di mia mamma si chiamano tortelloni e gli ingredienti del ripieno seono diversi, marmellata di mattoni cacao mostarda e marsala. la forma è identicae li prepariamo per capodanno, li adoro e li mangio proprio come le ciliegie.
ReplyDeletema digerisco anche i sassi, quindi non faccio testo.
brava la sciura con frembiulino!!!
s.
Un giorno ti diro' cosa rappresentano per me questi dolci...grazie infinite veramente!
ReplyDeletecavicionetti in Abruzzo, anche lì si fanno con i ceci ma soprattutto con la scrucchijata (marmellata di uva). La pasta però noi la facciamo senza uova, solo con farina acqua,vino bianco olio. :D
ReplyDeletepagnotella
ReplyDeleteil tuo paese dev'essere vicino al mio perchè anche noi facciamo le cartellate con il vino cotto, con il miele o persino con la nutella! (quelle di solito finiscono prima di tutte le altre!) ^__^
gabry
la sartascin che ti darei 'mbrond! ahahah mi vengo a mangiare un fritto misto da te allora, fatto appositamente in sartascina made in trani! :)))
pinella
e dimmelo daiiiiii :))
sofia
cacao, mostarda e marsala. miiiii anche questa combinazione mi acchiappa! ma mostarda intendi proprio quella tipica cremonese? devono risultare piccantini mi sa?
flavia
i dont mind no worries at all! :) thanks for stopping by! are you going to try them? ^__^
Fritti e con dentro tutte le cose più meravigliose che ci siano?? ASSOLUTAMENTE FANTASTICI!
ReplyDeleteDevono essere deliziosi, mamma mia la Puglia.... io ho postato la ricetta delle cozze monacedde pugliesi.... complimentoni!!!!
ReplyDeleteThis comment has been removed by the author.
ReplyDeleteche bei ricordi!! dalle parti di mio nonno (Melfi, Basilicata) si fanno questi calzoncelli con ripieno di castagne e cioccolato.. sono peggio delle ciliegie, uno tira l'altro, e in 1 ora ho finito il sacchettino!
ReplyDeleteAltra differenza, non sono fritti ma cotti al forno!
buon weekend!
la mostarda è quella cremonese con i pezzettoni di frutta, il piccantino è stemperatissimo. a me tra l'altro la mostarda non piace ma questo dolce di famiglia è immancabile.
ReplyDeleteahhhh, l'infanzia...
s.
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