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1 October 2007



Torino, città magica. E magia fu. Il mio viaggio ha inizio sabato mattina. Otto ore interminabili di treno con il cuore in gola e l'emozione che sale man mano che ci avviciniamo. L'aria condizionata a palla mi abitua a quella che poi sarà la temperatura in città. Il mio scomparto multietnico è pieno di viaggiatori taciturni. Un cinese che dorme, una ragazza dell'est che passa il suo tempo al telefono, una musulmana che a tratti si copre il capo e legge il corano, un peruviano dagli occhi tristemente profondi, un italiano che continua a guardasi allo specchio e non si capisce il perché ed infine un altro ragazzo che mi passa i quotidiani da leggere.
Continuo a guardare fuori dal finestrino lo scenario che cambia mano mano che saliamo. Il cielo azzurrissimo di Vasto viene presto sostituito da quello grigio di Torino. Proprio come lo avevo lasciato, proprio come lo ricordavo. Arrivo a Porta Nuova alle 6 di pomeriggio. C'è ancora abbastanza luce da permettermi di guardare che la città è sempre la stessa. Un flash back mi assale, mi sento frastornata, milioni di pensieri, rivedo luoghi e cose che otto anni fa vedevo ogni giorno. Il rumore del traffico, i semafori, il tram e la gente. Tanta.
L'Hotel è a pochi passi dal teatro, ho giusto il tempo di posare la mia roba e alle otto sono già lì davanti insieme ad altri fedelissimi. Il teatro è ancora chiuso. Scambio due chiacchiere con una ragazza che ha una rosa in mano. "E' per David?" le domando. E' una rosa rossa dal gambo lunghissimo e lei la regge con emozione. Ha girato una parte del tour: Bruxelles, Reggio Emilia, Congliano, Milano e ora Torino, innamorata pazza di David, come tutti noi. Mentre discorriamo appare dal nulla Keith Low, (basso, non lui) avvolto in una stretta giacca nera ed un aria infreddolita. "Is the rose for David?" Le chiede anche lui. "No, its for you!" dice lei. Incredulo Keith si prende la rosa e la ringrazia simpaticamente, quattro chiacchiere, ormai si conoscono visto che lei li segue ovunque e poi sparisce dall'entrata posteriore. Di lì a poco passano Steve Jansen (batteria) e Takuma Watanabe (tastiere), indisturbati ci passano davanti come se niente fosse!
Il teatro apre finalmente le sue porte, la gente comincia ad arrivare e si accalca per accaparrarsi il Tour Book in limited edition. Il teatro è bellissimo, il palco vuoto illuminato da una luce bianca e gli strumenti che risplendono nudi, lo sgabello di pelle nero ancora vuoto dove da lì a poco David si siederà. Arriva sempre più gente ed anche quei pochi posti che sembrano vuoti si vanno a riempire. La musica di "Naoshima" fa da sottofondo alle chiacchiere che scambio con il mio vicino di poltrona, un vero esperto di musica, che mi illustra ogni strumento e del perché la batteria di Steve non abbia la grancassa, del suo nuovo modo di suonare, tutto nuovo, con reminiscenze jazz, più personale, diverso. Lui è uno di quelli che lo ha già visto a Milano, ma non gli è bastato.
Tiro fuori la mia compatta digitale dalla borsetta per immortalare il palco, infilo le pile. Scariche! Porcazozza! E si che non la uso da tempo ma ero sicura di averle caricate (se se). Meglio così, tanto mi sembra di fare un torto a David se mentre m'incanta io penso a scattargli foto. I telefonini con le video camere si sprecano, e Vittorio, il mio vicino, mi offre gentilmente il suo palmare, nel caso durante la serata cambiassi idea.
Le luci si spengono, le nove e venti, il silenzio è un attimo prima di uno scrosciante applauso che vede entrare in scena Steve, seguito da Keith, Hayden, Watanabe ed ancora più forte quando subito dopo entra David! Ossignore non ci posso credere!
Le sue scarpette bianche tirate a lucido sono la prima cosa che noto ed il completo minimalista che indossa, avvitato in gola. L'applauso continua, un attimo di accordo tecnico con il fratello è l'occasione per dire "Good evening". Già il cuore mi batte fortissimo, per me ce ne possiamo anche andare che con questo good evening mi ha già soddisfatta. Detto da lui è pura melodia.
Parte subito, con la sua chitarra in mano, Wonderful World. Le mani smettono di battere, ma il cuore accelera, siamo già tutti ipnotizzati dalla sua voce, attaccati alle poltrone sperando che duri il più a lungo possibile.
Chiudo gli occhi per un attimo e mi sembra di ascoltare un cd. Ma com'è possibile? Tutte le note al punto giusto, tutto perfetto, suono pulito, limpido come l'acqua. Il pubblico non applaude quasi mai all'inizio di un brano, che per me è una novità e lo apprezzo tantissimo, quasi a fare violenza, ad interrompere l'incantesimo.
Il primo applauso però parte liberatorio subito dopo il primo brano. Un signore in prima fila urla a squarciagola "Bravo David!" e continuerà a farlo ad ogni brano sempre con più enfasi fino a quando alla fine non darà il meglio di se urlando "I love you!".
La sorpresa per me, oltre a Steve ed al suo modo tutto nuovo di suonare, è Keith Lowe, il bassista con la gonna, nera. Indossa per l'occasione il kilt, dalla terza fila gli si vedono le gambe molto bene, sotto i calzettoni neri. Sorridente per tutto il tempo, slanciato verso il pubblico.
It will never happen again. Il bravissimo Hayden Chisholm (sassofonista, nonché clarinettista, strumento molto caro a me), occultatomi alla vista da David himself per la maggior parte del tempo (eh, che sacrificio!), inebria l'aria di un'atmosfera dolce e suadente.
World Citizen - I Won't Be Disappointed. Watanabe nell'angolo a sinistra, in giacca nera e camicia bianca, ricorda molto Sakamoto ma gli manca la stessa esaltazione.
The Day The Earth Stole Heaven. Resto incantata a guardare David per due ore ininterrotte, il suo viso è serio ma sereno, espressivo e rassicurante. E' un susseguirsi di brani arrangiati in un modo nuovo che a volte faccio fatica a riconoscere, uno più bello dell'altro.



La scaletta continua con Ride, Playground Martyrs - Transit, Fire In The Forest - Ghosts, Snow Borne Sorrow, Mother And Child, Atom And Cell, Sugar Fuel, Brilliant Trees - Before The Bullfight, The Librarian.
Si congeda da noi una prima volta, con le mani giunte ed un inchino, poi manda anche un bacio con la mano e finalmente il primo vero sorriso, rilassato. Tutto il pubblico lo chiama a gran voce e lui si fa attendere per qualche istante finché non rientra. Every Colour You Are - Riverman. La gente si avvicina sotto il palco e rientrano uno dopo l'altro, sorridenti tutti e noi di più. Salutano una seconda volta, (non capisco perché non continuano a suonare per altre dure ore di fila!) ed è la volta di Wanderlust, splendida all'inverosimile. La sua voce fa eco nello stomaco, avvolge ogni singolo pensiero e lo lascia volare in alto.
E' davvero finita ora. Si avvicinano al palco in tanti, allungando le braccia per avvicinarsi a David e lui si concede totalmente. Stringe mani e regala sorrisi, soddisfatto, si vede, sorride più che mai e nella prima fila riconosce la mia amica incontrata fuori dal teatro, stringe la mano anche a lei, mano che poi non credo si laverà per un bel po'.
Mi sento come dopo una seduta di meditazione. Le parole non escono, non servono, non bastano. Usciamo tutti lentamente quasi in punta di piedi, riempiti, emozionati, rapiti completamente.
I più abbandonano il teatro in meno di mezz'ora, mentre un gruppo di fedelissimi lo attende ancora all'uscita posteriore del teatro per un ultimo saluto, forse. Nel frattempo si parla e si fa amicizia con i ragazzi del forum di Sylvian, tutti accomunati dalla stessa passione decennale. Alcuni sono arrivati dalla Liguria, altri sono di Torino ed io che vengo da più lontano suscito un certo stupore.
Keith è il primo ad uscire dal retro, indisturbato sale sul pullman che li porterà questa sera a Eindhoven. Aspettiamo lì per una bella mezz'ora, comincia a fare freddo. David prende tempo, aspetta che la folla si diradi ma noi rimaniamo lì imperterriti. Siamo circa una ventina ora, mentre decidiamo sul da farsi arriva una macchina blu con l'autista. Le porte aperte ad aspettare, ci appostiamo come dei falchi e lui esce finalmente, accompagnato dal fratello. David si è cambiato, esce ancora sorridendo ed ha giusto voglia di firmare un solo autografo sul Tour Book di una ragazza che esulta a grande voce correndo via per qualche metro. Stringe qualche mano e guarda la gente negli occhi prima di sparire in quella macchina blu che sfreccia via svanendo nella notte. E noi lo lasciamo andare questa volta, ringraziandolo ancora per averci regalato qualcosa che non dimenticheremo tanto facilmente, con la speranza che il suo annuncio di abbandonare i teatri faccia parte di quel poco di eccentricità che gli è ancora rimasta. We love you indeed David!
Ce ne andiamo nella trattoria più vicina per mangiare una pizza. Io e i miei compagni di viaggio, perfetti sconosciuti ma con la stessa emozione in corpo. Ognuno parla della sua esperienza musicale, le chiacchiere e le risate si lasciano andare tra una birra rossa ed una chiara. Sorridiamo anche noi, tutti, e mi stupisco di quanto sia semplice stare con loro, come se li conoscessi da sempre. Vittorio mi parla di Joe Jackson e mi regala un cd che, dice, non può mancare nella mia collezione musicale, ed io mi prometto di ascoltarlo una volta arrivata a casa.
Resto fuori fino alle quattro del mattino anche se nessuno di noi ha voglia di concludere la serata. Vorremmo fermare il tempo e restare lì a discorrere di quanto è stato bello, tutta la notte. Amoreggiando con la città quasi deserta, me ne torno in albergo e crollo in un sonno profondo di poche ore, ma felice.
La mattina seguente, all'uscita della mia camera d'albergo, m'imbatto in un timido signore dall'aria più assonnata della mia. In pochi minuti Bruce mi racconta la storia della sua vita, un paramedico di Melbourne in un viaggio che in 7 settimane lo porterà in giro per l'Europa. In un attimo devo programmare la mia parte di cervello inglese, che tra l'altro la mattina è quella che funziona di più (non ho detto meglio!). Tra un cornetto e un cappuccino, parliamo di David che forse ha sentito nominare, dell'Australia, dei treni e degli aerei, della vita in generale, dell'amore che viene e va e di libertà.
Mi saluta con un gran sorriso ed un abbraccio come se ci conoscessimo da mesi. Eppure in tutto questo ci dev'essere una spiegazione, che non mi curo di cercare. E' la vita.

"And there's only so much I aspire to, Taking one day at a time... It's given us, given us, This wonderful wanderlust, Wonderful, wonderful, wonderful, wonderful
Wander lust, I don't doubt it, No."



Che c'azzecca la parmigiana in tutto questo? Forse poco, ma entrambe vengono dal cuore. In questo caso, da quello di mamma!

Ingredienti

  • melanzane
  • passata di pomodoro
  • scamorza
  • formaggio grattugiato
  • uova
  • farina
  • sale

Tagliate le melanzane a fette e cospargetele con sale fino per far spurgare dall’amaro per un paio d’ore. Impanate con farina e uova e friggete con olio di semi. Preparate la passata di pomodoro con un po' di cipolla. Prendete una pirofila da forno e distribuite uno strato di passata, poi le melanzane, ancora passata, uno strato di fettine di scamorza e formaggio grattugiato ed ancora fino alla fine delle melanzane, concludendo con uno strato di passata e formaggio grattugiato. Infornate per una ventina di minuti a circa 150 C.

Sognando: sognare di comprare parmigiano indica abilità nel lavoro; sognare di mangiare parmigiano indica disturbi momentanei; sognare di grattugiare parmigiano indica sentimenti di riconoscenza.

La musica ed il silenzio uniscono fortemente perché la musica è fatta con silenzio ed il silenzio è pieno di musica. (Marcel Marceau)

Archiviando: clicca qui per scaricare questa ricetta in formato .pdf



English please: Parmigiana di Melanzane

Ingredients

  • aubergines
  • chopped tomatoes
  • scamorza
  • grated parmigiano cheese
  • eggs
  • white flour
  • salt

Cut the aubergines and sprinkle with salt. Leave to stend for a couple of hours. Dip into white flour and beaten eggs and fry in sunflower oil. Cook the chopped tomatoes with a bit of onion as you were making sauce for pasta. Take a oven proof dish and pour a couple of spoons of tomatoes. Alternate with the fried aubergines, some more sauce, sliced scamorza and grated cheese and again aubergines. Finish off with a layer of sauce and grated cheese. Put in the oven at 150 C for about 15 minutes until golden on top and serve immediately.

22 comments:

  1. che racconto, che emozione, che brividi... e che wanderlast (verso casa della mia mamma) con queste splendide foto di questa wonderful parmigiana!

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  2. Quanto cuore, che emozioni...e sembra buona pure la parmigiana!

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  3. caspita Fra che raccontino, molto intenso e pieno di sentimenti.
    la parmigiana non ci azzecca molto ma ha sempre il suo fascino :-P
    ciao
    un bacio

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  4. credo sia il cibo degli dei!

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  5. che meraviglioso reportage di concerto!! splendido. e dire che fiordizucca era nella mia città e magari ci siamo pure incrociate..

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  6. stupenda parmigiana e stupendo racconto di un'emozione...

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  7. La versione della Parmigiana con le melanzane passate in farina e uova l'ho già sentita da una mia amica di Napoli, io però fatta così non l'ho mai assaggiata... dovrò provarla. A casa mia (Novara) la Parmigiana le melanzane si fanno friggere ma senza uova. A però me piace molto anche la versione con le melanzane grigliate.
    Ciao.

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  8. mmm, e chi resiste a una parmigiana cosi?una delizia!!

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  9. Che bel blog e che bel post!
    La ricetta è favolosa,la provero' di sicuro!
    Complimenti ancora!

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  10. Your Melitzanes look delicious along with the smoked mozzarella (Scamorza).

    Question: do you slice your melitzanes regular or very thin and will this work with grilled melitzanes?

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  11. Non so... secondo me la parmigiana c'entra e come. I David Sylvian, per quanto unici e sublimi nel loro genere, prima o poi passano... La parmigiana della mamma no, quella è una certezza e non da poco! Complimenti per il post e le foto; un saluto alla tua mamma! :-)

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  12. Davvero bella questa parmigiana e belle anche le tue sensazioni provate al concerto.
    Ti ho linkata per invitarti a partecipare ad un meme, se ti và di aderire passa da me e troverai tutte le istruzioni, baci.

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  13. La parmigiana ci c'azzecca sempre, soprattutto se è buona...e la tua sembra proooooprio buona ;)

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  14. che bello questo racconto fiore..mi pareva proprio di essere lì con te

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  15. Thanks for the English translation--I can't wait to try this!

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  16. Che emozione il racconto del concerto! Mi ha riportato alla memoria uno che vidi tanti anni fa a Roma e che difficilmente scorderò! Il connubio con la parmigiana poi, mi fa pensare ad un abbinamento tra il sacro ed il profano. Il problema però è che non so quale sia il sacro, e quale il profano...
    Buona giornata, Mik

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  17. Zucchy è bello avere passioni ed emozioni e, ancora di più, saperle descrivere come fai tu !
    Continua così !!!!!! :-D

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  18. Buona la parmigiana di melanzane!!! :P''''
    bel blog! :)
    ciao

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  19. eheh, concordo sulle tonalità del cielo... noi che viviamo "qui sopra" è sempre così, e a Torino io ci sono spesso... vabbè, che ci vuoi far, meglio una bella parmigiana

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  20. Che impressione leggere della mia lontana Torino!!! Bel racconto e comunque la parmigiana di melanzane non stona mai! E' talmente buona.....!!!

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  21. ho tifato fino all'ultimo affinche uscisse "parmigiana di melanzane II"
    tifavo x una struggente e travolgente storia d'amore con bruce... :-(

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  22. Io non ci metto nè uova nè scamorza ma mozzarella e basilico!!!!Ovviamente le melanzane fritte e un sacco di parmigiano reggiano(sò di Reggio!) Viene ottima:)ma proverò la tua versione.Dopo la dieta:)))

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Grazie - Thank you!

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